Giotto

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Giotto (1267-1337), Natività (1303-6) Cappella degli Scrovegni , Padova .

Giotto da Bondone ( 1267-1337 ) nacque da una famiglia contadina di Colle di Vespignano, non lontano da Firenze. Questo artista è artefice del rinnovamento della pittura dei suoi tempi. A Giotto si deve la capacità di restituire volume e corposità alle figure superando la tradizione di rappresentare in modo piatto e senza prospettiva ambienti e persone.

Le sue opere mirabili sono presenti nella Cappella degli Scrovegni (famiglia di banchieri a Padova). Qui sono affrescate figure tratte dai vangeli (Ritiro di Giocchino tra i pastori). I personaggi presentano corpi che sporgono nettamente dal fondo come se fossero scolpiti nella pietra.

L’artista modella le figure con la tecnica del chiaro-scuro che incide le pieghe degli abiti e rileva i volti. Il paesaggio, con montagne simili a sassi intagliati e piccoli alberi, suggerisce l’idea della profondità. E’ questa una idea nuova perché dobbiamo considerare che sino ad allora i pittori dipingevano il fondo con l’oro e definivano i paesaggi e città con piccole immagini simboliche.

Nella Cappella degli Scrovegni c’è il bellissimo affresco della Natività che andremo ad analizzare nei particolari. Ricordando l’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, quello che ci colpisce della Natività di Giotto è l’aspetto intimo e semplice dell’insieme. Lì le figure apparivano solenni, elegantemente ornate, qui invece tutto è più semplice, essenziale.

Qui c’è una grande spontaneità narrativa. Gesù è deposto in una mangiatoia con sopra un baldacchino in legno rozzamente tenuto da assi infisse. Si noti la posizione distesa della Madonna che pone Gesù nella mangiatoia con un’espressione commossa e adorante. Sopra al baldacchino un gruppo di angeli in movimento volge gli occhi al cielo o si affaccia , come incuriosito, per osservare il bimbo appena nato.

La figura di Giuseppe è rannicchiata ai piedi della mangiatoia ravvolto nel suo mantello e con un’aria stanca e semiaddormentata. Vicino a lui un gruppo di capre e pecore se ne sta tranquillo e accovacciato, stretto come per tenersi al caldo. Due pastori visti di schiena osservano la scena. I colori dell’affresco sono luminosi; predomina l’azzurro cobalto, l’oro e il rosso carminio.

Di Giotto ricordiamo gli affreschi riguardanti la vita di San Francesco presenti nella Basilica di S.Francesco ad Assisi. La novità di questi affreschi consiste nell’aver presentato San Francesco in carne ed ossa fra la sua gente e in luoghi riconoscibili e concreti (Es. la Piazza di Assisi).

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